Quanta Swissness c’è nella tua azienda?

Dal 1 gennaio 2017 è in vigore in Svizzera la legislazione definita Swissness, meglio declinata nella legge sulla protezione dei marchi (LPM) e nella legge sulla protezione degli stemmi (LPSt). Le due leggi, la cui attuazione poggia su quattro ordinanze di esecuzione, sono entrate in vigore infatti nel gennaio del 2017.

L’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale (IPI) e l’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) avevano valutato la necessità di una revisione della legge in vigore per garantire una maggiore protezione del «marchio Svizzera», nonché un vantaggio concorrenziale per le aziende che qui producono. Sono stati quindi delineati i criteri per poter utilizzare la croce svizzera o l’indicazione «Swiss made», puntando a migliorare la protezione e ad evitare abusi della denominazione “Svizzera” e dell’utilizzo della croce elvetica.

La precedente legislazione, estremamente complessa e di difficile applicazione all`estero e non ben sempre delineata nei suoi dettami, è stata modificata e anche monitorata nei suoi effetti per testare sul campo i vantaggi che si erano prefissati e immaginati. Una parte delle aziende intervistate successivamente l’entrata in vigore ha poi dichiarato di trovare il nuovo testo di legge più chiaro, anche se ancora sotto certi aspetti complesso.

La legislazione ora in vigore resta vantaggiosa non solo per le aziende i cui prodotti e servizi recano un’indicazione di provenienza svizzera, ma indirettamente protegge e arricchisce anche altri settori dell’economia, recando beneficio a tutto il sistema economico nel suo complesso.

Alcune criticità, come detto, vengono sollevate dalle aziende stesse in sede di valutazione post emanazione della legge. Esse sono indicate come di seguito:

  1. le modalità di applicazione in alcuni casi sono giudicare «dannose», soprattutto nel settore delle derrate alimentari, perché giudicate troppo dettagliate e complicate da mettere in pratica;
  2. l’onere di lavoro che deriva da questo meccanismo ostico è ritenuto in alcuni casi troppo dispendioso e costoso;
  3. Lo scarso impatto all’estero della protezione assicurata invece nei territori svizzeri.

Al di là delle applicazioni di volta in volta richieste, il vero snodo del vantaggio della comunità .swiss su cui ci si interroga è la reputazione, che per pura logica inizia anche e soprattutto dal nome e dal dominio scelto per il sito web. “Nomen omen” dicevano gli antichi romani, cioè nel nome si cela il destino, quindi la scelta del nome di dominio è il primo vero passo da fare per dare una impronta di carattere all’azienda con una presenza online. Se il progetto pianificato punta al valore aggiunto dato dalla appartenenza alla comunità di aziende .swiss (e non solo al dominio .ch registrabile ovunque e in tutto il mondo) rimarcare la swissness insita nella mission aziendale è il passo necessario per distinguersi dalle altre aziende. L’acquisto di un dominio .swiss è previsto esclusivamente per le aziende, le istituzioni, gli enti pubblici e per le organizzazioni della Svizzera e gode di una protezione particolare contro gli abusi del dominio (c.d. Domain Guard). Interessante è evidenziare che l’acquisto di un dominio .swiss è concesso anche a quelle aziende che necessitano di un servizio di brand protection online e quindi alla salvaguardia del proprio marchio.

Risulta evidente che la nuova estensione .swiss è destinata a promuovere la comunità svizzera sul web, questo significa che nei piani socio-culturali ed economici dello Stato, vi è la necessità e l’ambizione di ampliare il territorio anche online, valorizzando soprattutto la fiducia dei consumatori (soprattutto svizzeri, meno rilevante invece per tedeschi o francesi che restano ad oggi meno interessati) e la qualità e l’esclusività del prodotto.

Condividi