Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo economico del nostro paese, come è noto, è l’assenza di un’evoluta e distribuita rete internet che permetta a tutti i cittadini di accedere al web con sufficiente velocità.
L’Europa continua a bacchettarci per i ritardi accumulati rispetto all’impegno dell’Agenda Digitale e per i mancanti interventi, mentre le forze politiche fanno proclami a cui sembra non seguire una reale fattività.
Sempre più social e interconnessi, votati all’upload di contenuti in rete, gli italiani ora sono attesi dalla sfida di colmare il gap sul fronte ecommerce. Rispetto alla media europea viaggiamo con percentuali di contrattazioni virtuali ancora basse, e ferme da diverso tempo. Questione di abitudine culturale, questione di strumenti informatici non ancora al passo con gli standard offerti dai principali stati europei.
Diffondere l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, allo scopo di favorire l’innovazione e la crescita economica di un paese, l’Italia, in netto ritardo rispetto ai grandi d’Europa. E’ questo l’obiettivo dell’Agenzia per l’Italia Digitale, ente che secondo le ultime indiscrezioni pare finalmente aver preso forma.
Digitalizzare è un imperativo sempre più pressante per le imprese italiane. Digitalizzare equivale a dematerializzare, trasportare cioè i documenti da un supporto fisico, cartaceo, a un supporto informatico. Che non occupa spazio visibile, non richiede spese per l’utilizzo, il trasporto e lo smaltimento di carta, e velocizza in maniera esponenziale la trasmissione di informazioni.
Ritardi ciclopici nell’istruzione e nell’innovazione, evidente debolezza dell’iniziativa del Governo e delle autorità regolamentari nel promuovere un “volano” imprescindibile per la competitività. Risultato? L’Italia si mostra un paese poco vantaggioso per gli investimenti nel settore digitale. Per la precisione, il Bel Paese al momento naviga intorno alla 48esima posizione mondiale nella classifica stilata da tre enti.
Se il mercato italiano dei media segna una generale tendenza al ribasso (-1% a 16,7 miliardi di euro), questo è dovuto alla crisi soprattutto dei tradizionali strumenti di diffusione, ovvero stampa e radio. Dall’altra parte c’è infatti un mondo, quello dei new media, in forte ascesa. Smartphone, tablet, connected tv, social network e telefonini hanno fatto registrare un +7% che sicuramente può confortare.
Dalle promesse si sta passando ai fatti. Verrà discusso entro giugno il decreto legge “DigItalia”, lo strumento che il Governo Monti vorrebbe utilizzare per lanciare definitivamente lo sviluppo del digitale nel Belpaese. Il comparto di 101 iniziative sarà una sorta di summa delle proposte emerse dalla famosa “cabina di regia” dell’Agenda Digitale che ha il compito di trovare idee e soluzioni per digitalizzare l’Italia e rispettare gli impegni dell’Agenda Digitale Europea.
In Italia costa cara, davvero cara la scarsa formazione a livello informatico della Pubblica Amministrazione. Ogni anno, a causa di questo problema, le casse pubbiche perdono ben 205 milioni di euro, il 12% della produttività. Questi i dati emersi dalla ricerca realizzata da Aica (Associazione italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) in collaborazione con la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano.
Scopri la qualità del nostro servizio.
60 giorni
gratuite
ARTERA è un marchio di DHH Switzerland SA – Via Motta 18, CH-6830 Chiasso – Switzerland
info@artera.net – +41 091 682 972 7 – IVA: CHE-227.758.591
Il tuo indirizzo IP è: …