Migrazione di un sito web: Come farla correttamente e senza alcun rischio

In questo articolo guida spieghiamo come fare la migrazione di un sito web in modo corretto e collaudato, e con il minor numero di rischi possibile, perché nel farla si potrebbero commettere errori o sviste che si pagano a caro prezzo.

Infatti la migrazione, a seconda degli obiettivi, cambiamento host, nome dominio, accorpamento contenuti, restyling grafico ecc., può rivelarsi molto più complessa di quanto si pensi, perché richiede una serie di passaggi tecnici, pre e post migrazione, come la creazione di una copia di backup del sito, l’analisi e mappatura delle pagine del sito, i redirect, e molte altre operazioni, oltre ai test successivi per verificare che tutto funzioni.

Esistono tool per fare alcuni di questi passaggi, certo, ma è necessario saper fare un’analisi prima di automatizzare i processi, e sapere quale tool usare durante le diverse fasi. Non è sempre così semplice orchestrare tutto per chi non l’ha mai fatto o per chi deve gestire un sito grande con un’architettura complessa.

La corretta migrazione di un sito web richiede anche molta attenzione alle questioni SEO, per evitare di perdere il posizionamento nei motori di ricerca e traffico organico. Basta una svista durante la gestione delle URL per reindirizzare le vecchie pagine ai nuovi URL, per mandare all’aria mesi o anni di lavoro.

Ecco perché, spesso, chi non sa come affrontare queste procedure, le affida a webmaster e agli specialisti SEO. Una guida che faccia luce sulle operazioni necessarie è sicuramente un buon punto di partenza. 

Quando fare la migrazione del proprio sito

I motivi per cui fare una migrazione sono diversi e possono riguardare il sito web, il blog, l’e-commerce. In tutti questi casi sono necessari spostamenti e operazioni di reindirizzamento. Tuttavia il termine migrazione può avere diversi significati e interpretazioni, può riguardare 

lo spostamento da un host all’altro, una modifica/refresh dei contenuti con il cambio degli URL, il design, il menu, la piattaforma CMS o il dominio del sito web.

  • lo spostamento di tutto il sito web su un nuovo server, su una diversa piattaforma hosting o CMS
  • il cambio nome del dominio o quello del TLD – Top-Level Domain, ovvero il dominio di primo livello di un indirizzo web: “.com”, “.org” o “.net”. che può dover diventare “.it” per l’Italia, ecc.
  • la modifica dell’architettura del sito, della navigazione o della struttura dei permalink del blog
  • il cambiamento delle URL da HTTP a HTTPS (protocollo di sicurezza)
  • il passaggio dalla versione mobile a quella responsive
  • revisione dei contenuti, refresh, eliminazione e accorpamenti (le pagine vanno reindirizzate a pagine create ex novo o alle simili già presenti).

Tra gli elementi da migrare, la pagine con i contenuti posizionati, i metadati (title e description), il tag alt delle immagini, i file che servono per ottimizzare il sito, migliorarne l’indicizzazione, la struttura e il posizionamento, quindi la Sitemap.xml, il file Robots.txt e i dati strutturati, il file HTACCESS, il file di configurazione utilizzato su server web Apache per specificare le regole di configurazione del server e di accesso alle risorse web. 

Tutti i passaggi più importanti da fare (checklist)

Il processo di migrazione cambia a seconda delle ragioni e del numero di modifiche. Ma comunque alcuni passaggi valgono per tutti e in ogni caso.

Pianificare la migrazione del sito

Pianificare con anticipo le procedure tecniche da fare e il periodo in cui fare la migrazione, evitando i momenti dell’anno più trafficati in cui questo cambiamento potrebbe influire sulle visite e/o conversioni 

Fare un backup del sito web 

Il backup ti permette di tornare alla versione originale in caso di bisogno.

Ecco come farlo:

  • Strumenti di backup del server: la maggior parte dei servizi di hosting web offre strumenti di backup integrati per creare un backup del tuo sito web. 
  • Software di backup di terze parti: esistono molti software di backup di terze parti per creare un backup del tuo sito web, tra i quali Acronis True Image, EaseUS Todo Backup e Backup4all.

Compatibilità con il nuovo server 

Ciò significa che tutti i componenti del sito web, come i file, le librerie, le applicazioni e le impostazioni, devono essere compatibili con le specifiche del nuovo server.

Se il nuovo server utilizza una versione diversa del sistema operativo o del software di hosting rispetto al server precedente, potrebbe essere necessario apportare modifiche al sito web per garantirne la compatibilità con il nuovo server. 

E ancora, se il nuovo server ha requisiti di sistema diversi rispetto al vecchio, come maggiori risorse di memoria o di elaborazione, potrebbe essere necessario apportare alcune modifiche al sito web per garantire che funzioni correttamente.

Analisi SEO del sito prima della migrazione

L’analisi SEO è utile per mappare tutti i contenuti presenti, nel caso in cui si voglia cambiare gli URL per vedere cosa lasciare, cosa reindirizzare e cosa eliminare, individuando tutte le pagine cui dare priorità perché ottengono maggior traffico e convertono di più.

Puoi usare Google Search Console, oppure tool come AHrefs, Semrush, SEOZoom, Moz Pro o Screaming Frog.

Impostare un redirect 301 (spostamento permanente) 

Il redirect si usa in diversi casi, se ad esempio si vuole spostare il sito su un nuovo dominio o passare all’HTTPS o anche modificare le singole pagine che ospitano risorse e contenuti.


È opportuno reindirizzare ogni URL alla nuova pagina o a quella con un contenuto simile. Nel caso non esista una pagina che tratti un argomento affine, è preferibile restituire un codice 410.

Il reindirizzamento di un vecchio URL al nuovo URL è fondamentale lato SEO, per evitare di perdere traffico e di penalizzare il posizionamento di eventuali backlink collegati alle URL vecchie.

Ne parliamo a breve, in un paragrafo dedicato.

Eseguire test pre-lancio

Eseguire il test pre-lancio è fondamentale per vedere se i collegamenti funzionano correttamente.

Questa operazione si può fare in ambienti di staging realizzati con metodi diversi:

  • Plugin per WordPress: WP Staging o Duplicator.
  • Strumenti di sviluppo web: WampServer, XAMPP o MAMP per creare un ambiente di test locale sul computer.
  • Strumenti di virtualizzazione: VirtualBox o VMware per creare un ambiente di test senza influire sul sistema operativo principale.

Verificare che il sito sia mobile-friendly e che carichi velocemente

In generale, ma a maggior ragione se sono state fatte modifiche grafiche, è fondamentale controllare che il sito sia responsive e che carichi le pagine velocemente (secondo i parametri dettati dai Core Web Vitals).

I tool per fare questi controlli:

  1. Google PageSpeed Insights: questo strumento di Google analizza il tuo sito web e fornisce un punteggio sulla velocità di caricamento sia per desktop che per dispositivi mobili, oltre a suggerimenti su come migliorare la velocità di caricamento.
  2. GTmetrix: questo strumento analizza la velocità di caricamento del tuo sito web, fornisce un punteggio e suggerimenti su come migliorare le prestazioni.
  3. Pingdom: questo strumento ti consente di testare la velocità di caricamento del tuo sito web da diversi server in tutto il mondo e fornisce una panoramica completa delle prestazioni del tuo sito.
  4. Mobile-Friendly Test di Google: questo strumento ti consente di verificare se il tuo sito web è mobile-friendly e ti fornisce suggerimenti su come migliorare la sua compatibilità con i dispositivi mobili.

Controllare l’eventuale presenza link rotti o errori 404

Ne parliamo a breve nel paragrafo dedicato, ma per anticipare qualcosa di molto intuitivo, è bene assicurarsi che non vi siano pagine not found (404).

Aggiornare i collegamenti in Google Analytics

Assicurati che i dati analitici siano impostati nello strumento di analisi Google Analytics per tracciare tutte le azioni una volta che il nuovo sito sarà attivo.

Aggiornare il file Robots.txt e la Sitemap.xml

Il file Robots.txt è il file di testo che informa i motori di ricerca quali pagine del tuo sito web possono essere indicizzate e quali no.

Per modificare il file Robot.txt, accedi alle cartelle del sito tramite FTP o dal pannello di controllo dell’host, cerca il file Robots.txt nella radice del sito web per modificarlo con un editor di testo come Notepad o TextEdit inserendo le istruzioni di blocco o permesso per le pagine da inibire o da rendere accessibili. Salva il file e caricalo sul sito web.

Per aggiornare il file Sitemap.xml, l’elenco di tutte le pagine del sito web che vuoi lasciar indicizzare dai motori di ricerca, devi seguire questi passaggi:

  • Crea una nuova mappa del sito web o aggiorna la mappa del sito web esistente (puoi farlo con tool gratuiti online o con il plugin Yoast). Nel caso del plugin Yoast con WordPress, la Sitemap si genera in modo automatico e basterà inserire l’URL in Google Search Console, per inviarla a Google.
  • Operazione manuale: Accedi sito web tramite un client FTP o dal pannello controllo dell’hosting.
  • Trova il file sitemap.xml e sovrascrivilo caricando il nuovo file sitemap.xml.
  • Segnala il nuovo file ai motori di ricerca utilizzando Google Search Console con la funzione “Invia Sitemap”.

Aggiornare i dati in Google Search Console e controllare l’indicizzazione delle pagine web.

Puoi anche usare l’operatore site:nomesitoweb su Google per verificare la presenza delle pagine nel motore di ricerca.

Come fare la migrazione del sito (lato operativo)

Oltre all’aspetto strategico e ai passaggi consigliati per far sì che tutto sia fatto in modo corretto, dobbiamo fare alcune operazioni tecniche che possono essere assistite dal provider di hosting stesso, o possiamo fare con un plugin per la migrazione di un sito o un blog in WordPress o con un client FTP.

Trasferimento dei file da vecchio a nuovo ambiente hosting

Per trasferire i file del sito web dal vecchio al nuovo ambiente di hosting o piattaforma, è possibile utilizzare diversi strumenti, come ad esempio 

  • un protocollo FTP (File Transfer Protocol)
  • oppure la console di gestione dei file del nuovo ambiente, ovvero il file manager dell’hosting che consente di effettuare tutte le operazioni di gestione dei file del sito web all’interno del pannello di controllo, dove gestire il proprio account, i servizi web, i file del sito e tutto il resto.

Attenzione: Prima di effettuare il trasferimento, è importante verificare che i permessi dei file siano impostati correttamente e che non ci siano eventuali errori o conflitti tra i nomi dei file o delle cartelle. Dopo il trasferimento, è opportuno verificare che i file trasferiti siano stati copiati correttamente.

Generalmente, dal pannello di controllo dell’hosting si può accedere alla sezione “Gestione File” o “File Manager” e selezionare il file di cui vuoi controllare i permessi. Una volta selezionato il file, dovresti trovare un’opzione per visualizzare e modificare i permessi del file.

Come trasferire i file con FTP

In linea di massima, questi sono i passaggi da fare:

  • Scarica un client FTP come FileZilla o Cyberduck, o utilizza un client FTP integrato nel tuo software di sviluppo web
  • Accedi al client FTP e inserisci l’indirizzo del server FTP, nome utente e password forniti dal tuo provider di hosting
  • Connettiti al server FTP cliccando sul pulsante “Connetti” o su un pulsante simile presente nell’interfaccia del client FTP.
  • Una volta connesso al server FTP, puoi visualizzare la struttura delle cartelle del server nella finestra del client FTP.
  • Seleziona i file da trasferire dal computer alla cartella del server FTP con la funzione di trascinamento o copia e incolla.
  • Dopo aver selezionato i file da trasferire, trascinali o copiali e incollali nella cartella di destinazione del server FTP.
  • Una volta che hai completato il trasferimento dei file, puoi disconnetterti dal server FTP.

Configurazione del nuovo ambiente di hosting

Dopo aver trasferito i file, bisogna configurare il nuovo ambiente di hosting, ovvero impostare tutte le configurazioni e i setting necessari per far funzionare il sito sul nuovo server, garantendone il corretto funzionamento, la sicurezza e la scalabilità.

La configurazione include tra le altre operazioni:

  • installare le applicazioni necessarie, come ad esempio il CMS o le librerie PHP
  • configurare i parametri di sistema, come ad esempio le impostazioni PHP.ini
  • settare eventuali impostazioni di sicurezza, come ad esempio le regole del firewall
  • configurare il database sul nuovo ambiente di hosting (nome utente, password, host, nome del database)
  • aggiornare i record DNS del dominio in modo da puntare al nuovo host. 

Una volta configurato il nuovo ambiente, è importante testare il sito web per verificare che tutto funzioni correttamente e che non ci siano problemi di compatibilità con le applicazioni o i plugin utilizzati sul sito. 

Gli errori che possono capitare durante la migrazione

Durante la migrazione di un sito web, possono verificarsi alcuni errori o problemi, tra cui:

  1. Errori nel trasferimento dei file: errori di connessione o di trasferimento che possono causare la perdita di alcuni file o la corruzione dei dati.
  2. Problemi di compatibilità: se il nuovo ambiente di hosting utilizza una versione diversa di alcuni strumenti, come sistema operativo, software server o applicazioni, rispetto al vecchio ambiente.
  1. Problemi di permessi dei file: se i permessi sono configurati in modo errato, potrebbero esserci errori di accesso o di visualizzazione. È necessario impostare correttamente i permessi dei file e delle cartelle per garantire il funzionamento del sito web. 
  1. Errori di configurazione del server.
  2. Problemi con i nomi di dominio: se il nome di dominio del sito web viene modificato durante la migrazione, potrebbe essere necessario modificare le impostazioni DNS e di configurazione del server per garantire che il sito web venga visualizzato correttamente.
  3. Pagine 404 quando cambia il nome del dominio e quando vengono fatte modifiche alla struttura del sito e agli URL delle singole pagine.
  4. Problemi con i database: se il sito web utilizza un database, potrebbero verificarsi problemi di importazione o esportazione dei dati.
  5. Problemi di sicurezza.

Per evitare questi errori, è consigliabile fare una copia di backup del sito prima di iniziare la migrazione e poi testare il sito web dopo la migrazione, per assicurarsi che tutto funzioni in modo corretto. 

Page not Found, il fatidico errore 404

La pagina 404 è una delle conseguenze di una procedura scorretta durante lo spostamento delle pagine di un sito web. Se si verifica questo errore, vuol dire che qualcosa è andato storto e che il server non trova la pagina in questione perché, ad esempio, sono stati modificati lo slug dell’URL per un contenuto o è stato eliminato o accorpato un post.

Questo problema va scoperto e risolto con un reindirizzamento della pagina a un’altra (Redirect 301) perché l’errore può ripercuotersi sull’autorevolezza del sito, non solo agli occhi delle persone che, non trovando la pagina, vanno altrove, ma anche agli occhi dei motori di ricerca che vogliono fornire pagine utili e funzionanti alle persone. 

Quando Google, tanto per fare un esempio, scansiona una pagina e la trova in 404, percepisce l’errore tecnico come un segnale negativo di un sito che non viene mantenuto in modo competente. 

Come controllare le pagine 404? 

Ci sono vari modi per controllare gli errori 404

  • in Google Search Console
  • con il plugin Redirection che notifica in modo automatico gli errori 404 errori.
  • con strumenti lato server (che possono agevolare perché evitano il sovraffolamento di plugin)
  • con strumenti online gratuiti o con tool di terze parti a pagamento: Dead Link Checker (gratuito), Xenu (gratuito), con Screaming Frog (gratuito e con versione PRO per la scansione di oltre 500 pagine), con alcuni software a pagamento come SemRush, SEOZoom, ecc.

Redirect 301 e come fare il reindirizzamento

Il Redirect si può fare con il plugin gratuito Redirection oppure manualmente con il Redirect htaccess un file di configurazione utilizzato dal server web Apache, che si può fare non solo per reindirizzare le pagine ai nuovi URL, ma in diversi casi, tra cui:

  • Redirect da vecchio nome dominio a nuovo nome dominio
RewriteEngine on
RewriteCond %{HTTP_HOST} ^oldsite.com [NC,OR]
RewriteCond %{HTTP_HOST} ^www.oldsite.com [NC]
RewriteRule ^(.*)$ https://newsite.com/$1 [L,R=301,NC]
  • Redirect da vecchio a nuovo un URL  
Redirect 301 /old-page.html /new-page.html 
  • Redirect da HTTP a HTTPS
RewriteEngine On
RewriteCond %{HTTPS} off
RewriteRule ^(.*)$ https://%{HTTP_HOST}%{REQUEST_URI} [L,R=301]
  • da non www a www
RewriteEngine on
RewriteCond %{HTTP_HOST} ^example.com [NC]
RewriteRule ^(.*)$ http://www.example.com/$1 [L,R=301,NC]
  • da www a non www 
RewriteEngine on
RewriteCond %{HTTP_HOST} ^www.example.com [NC]
RewriteRule ^(.*)$ http://example.com/$1 [L,R=301,NC]

Rischi della migrazione di un sito web

La migrazione di un sito web fatta male può comportare danni seri lato SEO e non solo: problemi di scansione e indicizzazione, non reperibilità dei contenuti, pagine 404, perdita di collegamento con i backlink, rallentamenti nel caricamento delle pagine da mobile, cali di traffico con la conseguente perdita di conversioni. Per non parlare della perdita di autorevolezza agli occhi delle persone e dei motori di ricerca.

Insomma, se si sta investendo su un progetto web e su un business online, è davvero cruciale fare bene questa migrazione. Se hai un dubbio o ti serve aiuto nella migrazione puoi sempre contattare i tecnici Artera, siamo qui!

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