Indagine preliminare dell’Antitrust europea sull’ecommerce

La crescita del settore ecommerce in Europa è così impetuosa che la Commissione Europea fatica a regolamentare i processi, le attività, gli scambi, eccetera. Alcuni produttori e commercianti, secondo l’UE, attuano pratiche scorrette e per questo è stata avviata una ricerca che scavi a fondo in questa problematica.

L’indagine è stata fortemente voluta dal commissario Margrethe Vestager, che ha dichiarato:
“Il commercio elettronico è diventato importante per i consumatori e incide fortemente sulle attività e sulle strategie aziendali. Le imprese devono essere libere di determinare le proprie strategie di vendita online. Al tempo stesso, le autorità antitrust devono garantire che non vengano attuate pratiche commerciali anticoncorrenziali tali da impedire ai consumatori europei di beneficiare appieno dei vantaggi offerti dal commercio elettronico in termini di maggiore scelta e prezzi più bassi.”

Per il momento l’indagine ha prodotto un rapporto preliminare, sottoposto a consultazione pubblica per due mesi, che ha fatto luce sugli accordi diretti tra produttori e commercianti.

È emerso ad esempio che il 40% dei commercianti riceve raccomandazioni sui prezzi da applicare. Il 20% ha poi affermato di essere obbligato a non vendere online determinati prodotti. Al 10% dei commercianti è stato poi vietato di utilizzare servizi di comparazione prezzi ed anche di vendere al di fuori dei confini nazionali.

Se il campo delle vendite di prodotti è già molto complicato, la vendita di servizi digitali è ancora peggio! Ci sono infatti moltissimi accordi di licenza sui diritti d’autore intricati e complessi e spesso esclusivi.

In questi accordi viene concordato il limite territoriale, tecnologico e distributivo che i commercianti devono rispettare. Si stima che oltre il 60% degli accordi sia limitato ad unico stato dell’Unione Europea.

Esiste poi il fenomeno del geoblocking, pratica sotto attenta osservazione da parte di Bruxelles, utilizzata nel 60% dei casi delle vendite di servizi e contenuti digitali. Secondo la Commissione il geoblocking limita la concorrenza violando le norme antitrust dell’Unione Europea.

La relazione finale sarà pubblicata nel primo trimestre 2017 ma l’Unione Europea, nella figura del commissario Vestager, sprona le aziende a rimuovere fin da ora eventuali limitazioni alle vendite che potrebbero incontrare il parere negativo dell’antitrust europea.

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