Come effettuare un trasferimento di hosting senza rischi

Eseguire un trasferimento di hosting è una procedura delicata che, se non eseguita in modo corretto, può comportare alcuni rischi. Ecco, quindi, che può essere utile scoprire alcuni consigli da tenere a mente in tali circostanze.

Possono essere tanti i motivi per cui si decide di cambiare il fornitore di hosting: per esempio, perché garantisce un’assistenza non adeguata, oppure perché non mette a disposizione servizi evoluti o anche perché non è conveniente dal punto di vista economico. E se è vero che non di rado si decide di non trasferire hosting solo per il timore di incappare in qualche inconveniente o perché non si sa come far fronte in maniera corretta alla procedura, vale la pena di leggere le righe di seguito, che contengono suggerimenti e precauzioni utili.

Per evitare di perdere tutti i dati, è bene prestare attenzione in primo luogo al tipo di dominio con cui si ha a che fare. Se si tratta di un .org, .net o .com, è indispensabile verificare se il dominio è stato bloccato con il servizio Whois: nel caso in cui sia così, occorre richiedere al provider attuale di intraprendere la procedura di sblocco (sblocco che non può essere eseguito se il dominio è scaduto o se è stato registrato da meno di sessanta giorni). Viceversa, se si tratta di un .it, la procedura impone di spedire una comunicazione tramite fax (sembra un paradosso, visto che si parla di internet) al Nic, in modo da avviare il trasferimento. Ciò vale, però, solo in presenza della modalità asincrona; per la modalità sincrona, invece, bisogno richiedere l’AuthCode (anche AuthInfo) al provider attuale, per poi procedere al trasferimento. In linea di massima, tale procedura si rivela piuttosto rapida, ma l’intervento del vecchio fornitore potrebbe rallentarla, in quanto ci sono di mezzo le pratiche di trasferimento.

Ovviamente, per fare sì che il cambio di hosting non sia problematico, è indispensabile eseguire un backup prima di dedicarsi a qualsiasi tipo di operazione. Il backup deve riguardare il contenuto di tutto il sito, incluse le diverse pagine web e senza dimenticare eventuali database. Una volta copiato, il contenuto non va eliminato, così che il sito possa rimanere sempre attivo senza interruzioni.

Quindi si può contattare il nuovo ISP (Internet Services Provider) per dare inizio alla procedura di trasferimento. Compito del provider è quello di predisporre tutto ciò che serve per caricare i file salvati in precedenza; è opportuno non scordare di cambiare i file di configurazione se si ha a che fare con un CMS, in modo tale che il sito sia in grado di funzionare con i nuovi parametri. Quando tutto sembra essere concluso, non resta altro da fare che mettere in pratica le verifiche conclusive necessarie ad accertare che il trasferimento sia stato eseguito in maniera corretta. Dopodiché, bisogna anche controllare se la propagazione dai server DNS sta procedendo senza problemi: in pratica, verificare che si sia indirizzati verso il nuovo hosting. Solo dopo che se ne è avuta la conferma, la chiusura del vecchio hosting può essere avviata.

Un ultimo aspetto che vale la pena di prendere in considerazione, nel caso in cui il cambio di hosting sia accompagnato anche dal cambio di dominio, è la necessità di eseguire un redirect delle diverse pagine verso il dominio nuovo: così facendo non ci saranno problemi dal punto di vista delle indicizzazioni delle pagine stesse da parte di Google e degli altri motori di ricerca, a tutto vantaggio degli internauti impegnati nelle ricerche verso il sito.

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