La fatturazione elettronica non prende piede in Italia

La fatturazione elettronica sta lentamente prendendo piede anche in Italia. Questo processo però si sta rivelando molto più lungo del previsto. Si sperava che l’obbligo di utilizzo di questo strumento per i rapporti con la Pubblica Amministrazione fungesse da volano ma così non è stato.

Uno studio dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano rivela come solo il 10% dei 2700 miliardi di euro che rappresentano gli scambi tra le aziende, riguardi transazioni online.

Quello che in molti si aspettavano, in seguito all’introduzione dell’obbligo di utilizzo della fatturazione elettronica verso la Pubblica Amminisrtazione, era la ridefinizione dei processi aziendali in chiave digitale ma così non è stato.

“Con la fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione, il nostro Paese ha mosso un passo importante e concreto per avviare la “stagione” della digitalizzazione, ma l’occasione è stata sfruttata solo parzialmente dalle imprese.” (Irene Facchinetti, direttore dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione)

Quello che le imprese non hanno ancora compreso è che il digitale e l’ecommerce B2B può rappresentare un’occasione davvero unico per espandere il proprio business anche e soprattutto al di fuori dei confini nazionali.

“Non può essere il Legislatore, che correttamente continua a stimolarla, il vero attore della trasformazione digitale. Sono le imprese a essere chiamate a una scelta esistenziale: essere competitive in un mercato unico europeo digitale o rischiare di scomparire del tutto.” (Irene Facchinetti)

“Per riuscire a coglierne a pieno i benefici però è necessario intendere l’eCommerce B2B non come un semplice canale di vendita online, alternativo o complementare ai canali di vendita B2B tradizionali, ma come un approccio nuovo e radicalmente diverso alla gestione dei processi.” (Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation)

Ecco alcuni numeri relativi alla situazione italiana:

  • Dal 2015 in Italia sono circa 650000 le aziende che hanno scelto di portare in conservazione digitale le proprie fatture.
  • Nel 2015 circa 100000 imprese (40% delle grandi aziende e 18% delle PMI) hanno scambiato con clienti e fornitori documentazione in formato elettronico attraverso strumenti di ecommerce B2B (EDI, Extranet o portali B2B).
  • I documenti più scambiati sono le fatture (32%) e gli ordini (20%). Stanno comunque crescendo in numero le conferme d’ordine, gli avvisi di consegna, i documenti di trasporto e altri.

Attualmente i legislatori stanno cercando in molti modi di favorire la diffusione della fatturazione elettronica. Grazie al DL 127/2015, da gennaio 2017 le aziende che sceglieranno di trasmettere digitalmente i dati delle fatture all’Agenzia delle Entrate potranno godere di semplificazioni fiscali.

“Gli incentivi proposti potrebbero stimolare l’alfabetizzazione digitale delle imprese, in particolare di quelle più piccole […]. Le imprese però dovrebbero trovare autonomamente la giusta motivazione dai benefici conseguibili: scegliere di procrastinare ancora la re-ingegnerizzazione digitale delle relazioni B2B significa scegliere di perdere competitività.” (Alessandro Perego)

Attualmente gli investimenti delle aziende vanno principalmente all’ambito della conservazione digitale (65%) ed alla gestione elettronica documentale insieme ai workflow approvativi digitali (48%).

Facchinetti ha evidenziato infine come “Gli strumenti a disposizione sono molteplici, ma la scelta non può prescindere dalla definizione del proprio percorso personalizzato di trasformazione digitale. Un cammino da affrontare in più tappe: rinunciare alla carta per archiviare le informazioni, strutturarle in basi di dati, gestirle con flussi digitali di dati strutturati, orientarsi verso una gestione per processi, dotarsi di un’architettura interna integrata e sviluppare le interfacce per un dialogo strutturato con tutti gli attori.”

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