Top 10 delle bugie e verità SEO del 2015 (2)

Nel precedente post, abbiamo scoperto insieme le 5 bugie SEO a cui non devi credere a partire da questo nuovo anno. Per quante falsità esistano sull’ottimizzazione SEO, esistono anche altrettante verità che non sempre vengono recepite o ritenute veritiere. Per questo motivo, di seguito ti elenco le 5 verità SEO a cui non puoi rinunciare e a cui devi pensare anche quando il professionista che ti segue è di diverso avviso.

Le 5 verità SEO da custodire nel 2015

1. La SEO è contenuti e social – VERO

Lungi da coloro che sostengono che la SEO sia stata sostituita dal content marketing o dai social network. La SEO è una pratica composita, che non può fare a meno dei segnali che giungono dai social media e del content marketing di qualità. Largo dunque alle pianificazioni di contenuti e alla gestione sensata e mirata dei social network, senza però pretendere che i segnali dei social media impattino direttamente sulle classifiche di ricerca.

2. La SEO richiede investimenti, anche pubblicitari – VERO

La SEO non è nulla se viene privata degli investimenti in web advertising e nell’acquisizione di link di qualità. L’aumento di budget in questi due ambiti è necessaria perché il mercato è sempre più competitivo e anche perché individuare e promuovere dei buoni link al tuo sito è sempre più difficile. Bisogna quindi prevedere un aumento dei costi in Google AdWords, in Facebook e in tutte le piattaforme, anche social, che consentono annunci sponsorizzati indirizzati a target specifici.

3. La SEO è utente-centrica – VERO

L’ottimizzazione SEO è vana se non pensata per rendere l’esperienza utente sempre più completa e coinvolgente. Google vuole ottimizzare la user experience per convincere gli utenti a usare sempre più spesso i propri servizi. Siti che rispondono a questa esigenze vengono quindi avvantaggiati nelle classifiche dei risultati. Il SEO deve quindi essere capace di comprendere tematiche relative a grafica, usabilità, sicurezza e tanto altro, imparando a interfacciarsi con i colleghi che si occupano di queste specifiche tematiche. L’aspetto della sicurezza è fondamentale e la scelta di Google di avvantaggiare a livello di rank i siti protetti con protocollo HTTPS ne è la dimostrazione.

4. La SEO è mobile – VERO

Con la diffusione dei tablet e degli smartphone, la crescita delle ricerca local effettuate in mobilità e l’incremento delle esigenze di raggiungere i business o i servizi necessari ovunque ci si trovi, la SEO ha l’obbligo di guardare al mobile, a pensare agli utenti mobile e a suggerire tutte le pratiche necessarie affinché il sito sia responsive o corrisponda alle esigenze di visualizzazione e consultazione in mobilità in altro modo. L’ingresso in Google dell’etichetta mobile-friendly dimostra come questo aspetto debba essere curato anche dai SEO, pur non essendo ancora un vero fattore di ranking.

5. La SEO deve essere sperimentale – VERO

È importante per un SEO non solo testare le soluzioni tradizionali e già rodate, ma anche sperimentarne di nuove. Bisogna aprirsi alle novità, come al Knowledge Graph su cui Google sta investendo ingenti risorse per promuovere implementazioni importanti che muovano il settore della search verso la ricerca predittiva e la comprensione del linguaggio umano.

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